martedì 8 dicembre 2009

A Serious Man

Titolo: A serious Man
Regia: Joel Coen, Ethan Coen
Anno: 2009

Avete mai sentito la storia di quell’uomo che viveva nella terra di Uz, retto e timorato di Dio? Si chiamava Giobbe. Nella nuova versione cinematografica, A serious man, qualche dettaglio è cambiato. Si chiama Larry Gopnick e vive in Minnesota.


Tragicomico, grottesco, metafisico e serissimo. I fratelli Coen non hanno perso la voglia di stupire.Questa volta lo fanno con la storia di un professore di Fisica in piena crisi: gli avvenimenti che lo circondano lo lasciano a bocca aperta ed incapace di reagire.
Il nostro protagonista cerca di comportarsi il più rettamente possibile e il più seriamente possibile; nonostante questo ha problemi con una moglie a dir poco truffaldina, i figli stralunati e "cazzoni" e un fratello asociale e problematico. Cosa molto importante, il tutto è ambientato in un'ampia comunità ebraica negli USA (Minnesota) dei primi anni '70.
Questo implica un certo tipo di chiusura mentale nei confronti dei "non ebrei", un ferreo rispetto per le tradizioni e anche un pizzico di leggendaria propensione per la superstizione, legato a kabala, segni e numeri. Se molti di questi aspetti vengono ridicolizzati (la storia del non ebreo con i denti incisi, il "prologo" sui demoni ecc. ecc.), il caso, il fato, la volontà di Hashem hanno un peso notevole. Le due lezioni a cui siamo "invitati a partecipare" sono su principi di indeterminazione alla base della fisica quantistica:
il principio di indeterminazione di Eisenberg e il paradosso di Schrodinger. Troppo casuale? Troppo casuale la concomitanza degli incidenti/svolta del film? Troppo casuale la banalizzazione della fisica da parte studente coreano in carriera ("io capisco la fisica, io capisco gatto in scatola "); un altro a mettere in discussione la serietà del nostro Larry Gopnick?
Splendido l'accenno allo "scontro di cultura" tra il fisico ebreo e il magnate coreano; un brillante esempio di satira riflessiva.
Un plauso alla colonna sonora e un ammirazione incondizionata a questi registi che non mi hanno mai deluso. La pellicola rimane a tratti ermetica e di difficile interpretazione; criptica ma geniale. Necessita altra visione


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3 commenti:

  1. Ok, i Coen sono senza dubbio geniali e perfetti. Geniali a tratti e perfetti a prescindere.
    Sono entrato in sala con tutto l'entusiasmo che avevo e, anche a causa di un proiezionista stronzo che per dieci minuti buoni ha tagliato tutte le teste degli attori, ne sono uscito deluso. I fratelli mi hanno abituato a vedere trame assurde con intrecci mai banali e inaspettati. In questo film ci sono tutti gli elementi per far pensare alla solita trama Coeniana ma tutto poi si rivela quasi inutile. I soldi dello studente coreano, il vicino che va a caccia con il figlio, i soldi vinti a carte da zio Arthur, la scappatella con la MILF, l'i-pod retrò del figlio con i venti dollari per l'erba, sono tutti particolari che ai fini della trama si rivelano poco importanti o addirittura quasi inutili. Questo mi ha deluso dei Coen (insieme a un carrello e un microfono che entrano nel frame, cosa che i due fratelli, sempre perfetti al limite della maniacalità, non dovevano farmi)(ah, forse però la colpa è da imputare al proiezionista)

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  2. Anche a me è piaciuto molto! Ripeto: bel blog, complimenti.
    F.

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  3. Grazie F ! Sei sempre gradito/a se hai anche tu un blog ci farò volentieri un giro =)

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