Titolo: DANTE 01
Regista: Marc Caro
Anno: 2008
Una pellicola fatta di suoni, colori ed emozioni. Tradotto nel carcere di massima sicurezza Dante 01, nell' orbita del pianeta infuocato "Dante" fa il suo ingresso il nostro protagonista: San Giorgio. San Giorgio è diverso da tutti gli altri detenuti, sembra quasi divino; guarisce gli altri e i suoi tessuti sono autorigeneranti. Date le premesse chiunque, io per primo, si aspetterebbe un film di trash/fantascienza con menomazioni, mutazioni e apocalissi qua e la. Invece sono suoni, colori ed emozioni: i dialoghi sono tutto sommato pochi, l'azione è frammentata da sequenze alla 2001 Odissea nello spazio, in cui si apprezza volentieri l'arte propria della cinematografia.
Infine le emozioni: questo film è carico di pathos, reso anche della condizione in cui versa il protagonista, che a lungo non sarà in grado di comunicare.
La soggettiva di San Giorgio ricorda molto "A scanner Darkly" con i suoi colori sfocati e i movimenti allucinati; questo elemento insieme a molti altri che oserei definire di notevole intelligenza e risolutezza, crea nello spettatore ansia e una certa "paura di non sapere,di non capire".
I personaggi sono bizzarri, ai limiti del kosmos sociale, come ci fa chiaramente capire la sceneggiatura, poco credibili da un punto di vista razionale, ma perfettamente adatti alla storia.
L'uso simbolico/enigmatico dei nomi è un altro importante elemento che caratterizza il film e ne definisce i tratti di racconto "metafisico psicosociale".
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Intervista a Marc Caro
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