venerdì 12 marzo 2010

Shutter Island

Titolo: Shutter Island
Anno: 2009
Con:
Leonardo DiCaprio: Teddy Daniels
Mark Ruffalo: Chuck Aule
Ben Kingsley: dott. John Cawley
Michelle Williams: Dolores Chanal
Emily Mortimer: Rachel Solando
Max von Sydow: dott. Jeremiah Naehring
Jackie Earle Haley: George Noyce
Patricia Clarkson: Ethel Barton
Elias Koteas: Andrew Laeddis
Ted Levine: Warden
John Carroll Lynch: Dep. Warden McPherson


Stilisticamente, concettualmente, tecnicamente e narrativamente un capolavoro. Un capolavoro modesto se vogliamo, fatto da elementi piccoli ma ben curati, fatto di scene, musiche e silenzi comprensibili e non estroversi, ma combinati con la sapienza vera del miglior artista. La trama confonde lo spettatore fin dal principio, la narrazione "hero/side", in prima persona, porta il pubblico ad una pressochè totale immedesimazione nel personaggio. La malattia del personaggio, le sue visioni, le sue percezioni condizionano in maniera totale e incontrastabile la psiche dello spettatore, completamente assorbito, spesso in condizioni di rabbia, disagio, tristezza.
La storia è quella di una fortezza/manicomio al largo delle coste degli USA in cui i pazienti (prigionieri) vengono "curati" per le loro gravissime malattie mentali. I casi sono tra i più disparati, ma spesso portano all'apice della nevrosi i pazienti, criminali efferatissimi per motivi a loro ignoti. Il nostro protagonista, Leonardo Di Caprio, è un detective federale, chiamato ad investigare su una paziente scomparsa. Il caso è intricatissimo, gli avvenimenti prenderanno una piega imprevedibile, tra le rievocazioni di un passato nelle fila dell'esercito americano stanziato a Dachau durante la seconda guerra mondiale e gli avvenimenti personali tragici e tumultuosi. Si scoprirà che nulla è come sembra, che nulla è chiaro, che nulla è scontato.
La regia è splendida, originale e ambiziosa. Continue tensioni, spasmodiche ed incontrollabili. Sequenze di rara intensitò, notevoli salti e ganci. A dir poco esemplare l'inizio della pellicola in cui una nave, chiaro riferimento alla mente umana, fende la nebbia sul mare in tempesta e porta a destinazione i nostri potagonisti. Scene di un quotidiano attracco che si trasformano con sapienza in misteriose ed inquietanti . La paura mano a mano assale lo spettatore, con sensazioni varie ed incontrollabili, lievi che si fanno sempre più forti.
Gustatevelo e apprezzate come me il viaggio nella mente, che ricorda a tratti Kubrik, Gillian, Gondry e Burton. Un film visionario da apprezzare immersi in una poltrona comoda. Non andate a vederlo da soli.

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