Titolo:Doomsday- Il giorno del giudizio
Anno: 2008
REGIA: Neil Marshall
SCENEGGIATURA: Neil Marshall
ATTORI: Rhona Mitra, Bob Hoskins, Adrian Lester, Alexander Siddig, David O'Hara, Malcolm McDowell, Emma Cleasby, Jeremy Crutchley, Vernon Willemse, Stephen Hughes, Tom Fairfoot, Jon Falkow, John Carson (II), Nathalie Boltt, Rick Warden, Daniel Read, Caryn Peterson, Adeola Ariyo, Christine Tomlinson
Questo Film è brutto e patetico. Non solo è di cattivo gusto, ma non si dimostra nemmeno un po originale in ogni sua scena. Le premesse per fare un bel film c'erano tutte: banalizzate e buttate la, nei primi dieci minuti del film, come fossero puttanate. C'è l'Epidemia, c'è la costruzione di un nuovo Vallum Adriani, c'è la disperazione delle persone già malate o lasciate a morire al di là dal muro(Scozia); ci sono le azioni politiche e militari, dure quasi disumane ma necessarie alla sopravvivenza. Ci sono i sopravvissuti(miracolosamente) nella Scozia isolata dal mondo civile: pazzoidi, denaturati, uomini una volta retti che sono diventati signori feudali la cui legge è quella del taglione. C'è l'abbandono di ogni briciolia di umanità per questi soggetti, costretti dai loro stessi fratelli e concittadini a una vita precaria. Date tutte queste premesse il film è un concentrato di violenza inaudita e senza scopo, improbabili inseguimenti e tauromachie d'altri tempi e d'altri luoghi.
Tutto ciò che poteva essere ben sviluppato in un film di fantascienza o d'azione è stato sprecato in questa accozzaglia di scene e sequenze difficilmente assimilabili ad una sceneggiatura coerente e minimamente credibile.
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Il Visionario: aspre critiche al modo di vedere la realtà. Tutto quello che i vostri occhi possono sopportare ma il vostro cervello no.
giovedì 31 dicembre 2009
martedì 22 dicembre 2009
E...ora qualcosa di completamente diverso
Titolo: E...ora qualcosa di completamente diverso (And now... for something completely different)
Anno: 1971
Regista:Ian McNaughton
Soggetto/Sceneggiatura: Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin
Con:
Graham Chapman (vari)
John Cleese (vari)
Terry Gilliam (vari)
Eric Idle (vari)
Terry Jones (vari)
Michael Palin (vari)
Carol Cleveland (la blonde bombshell, vari)
Connie Booth (la ragazza del boscaiolo)
Se la perfezione fosse un'opera di comicità grottesca e posticcia, sarebbe sicuramente un film dei Monty Python. Tra questi lungometraggi c'è solo l'imbarazzo della scelta! Pietra miliare della comicità britannica a cui si sono ispirati TUTTI, coscienti o meno, nel corso della storia del cinema e della commedia televisiva.
Il sestetto dei Pyhton, allegra e dissacrante brigata, si è fatto conoscere dal grande pubblico con la commedia televisiva "Monty Python's Flying Circus": comiche scenette ideate e interpretate dagli stessi. Tormentone della serie divenne la celebre frase "And now... for something completely different", pronunciata da un presentatore (Cleese), la cui scrivania è spesso in posti improbabili.
Da questa bizzarra frase nasce il film, ideato come Spin Off della serie, e che ne accoglie in se i contenuti, gli sketches più belli e fantasiosi e nuove e irriverenti e dissacranti battute. Strutturato a spezzoni di lunghezza variabile, il film si rivela divertente e mai banale. Una comicità si esplicita, ricca di contenuti forti, parole grosse e parolacce, ma anche fine e spesso molto colta.
I pyhton al cinema fanno subito centro; seguiranno capolavori intramontabili come Brian di Nazareth, Il senso della vita, la ricerca del Graal ecc. ecc.
Questo primo film, a tratti ingenuo e che risente ancora molto dell'attività televisiva dei suoi personaggi, risulta uno spassoso passatempo con i semi di una collaudata geniale comicità. La struttura, come detto, a Sketches, viene molto incontro sia allo spettatore che al cast. Le scene più lunghe non sono le più riuscite del film. Il colpo di grazia lo danno i cartoon e gli interventi musicali, anch'essi tipici di un'evidente attività televisiva di varietà: ai dettagli tecnici fallaci e agli errori si può soprassedere con cotanta arte.
Streaming
Anno: 1971
Regista:Ian McNaughton
Soggetto/Sceneggiatura: Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin
Con:
Graham Chapman (vari)
John Cleese (vari)
Terry Gilliam (vari)
Eric Idle (vari)
Terry Jones (vari)
Michael Palin (vari)
Carol Cleveland (la blonde bombshell, vari)
Connie Booth (la ragazza del boscaiolo)
Se la perfezione fosse un'opera di comicità grottesca e posticcia, sarebbe sicuramente un film dei Monty Python. Tra questi lungometraggi c'è solo l'imbarazzo della scelta! Pietra miliare della comicità britannica a cui si sono ispirati TUTTI, coscienti o meno, nel corso della storia del cinema e della commedia televisiva.
Il sestetto dei Pyhton, allegra e dissacrante brigata, si è fatto conoscere dal grande pubblico con la commedia televisiva "Monty Python's Flying Circus": comiche scenette ideate e interpretate dagli stessi. Tormentone della serie divenne la celebre frase "And now... for something completely different", pronunciata da un presentatore (Cleese), la cui scrivania è spesso in posti improbabili.
Da questa bizzarra frase nasce il film, ideato come Spin Off della serie, e che ne accoglie in se i contenuti, gli sketches più belli e fantasiosi e nuove e irriverenti e dissacranti battute. Strutturato a spezzoni di lunghezza variabile, il film si rivela divertente e mai banale. Una comicità si esplicita, ricca di contenuti forti, parole grosse e parolacce, ma anche fine e spesso molto colta.
I pyhton al cinema fanno subito centro; seguiranno capolavori intramontabili come Brian di Nazareth, Il senso della vita, la ricerca del Graal ecc. ecc.
Questo primo film, a tratti ingenuo e che risente ancora molto dell'attività televisiva dei suoi personaggi, risulta uno spassoso passatempo con i semi di una collaudata geniale comicità. La struttura, come detto, a Sketches, viene molto incontro sia allo spettatore che al cast. Le scene più lunghe non sono le più riuscite del film. Il colpo di grazia lo danno i cartoon e gli interventi musicali, anch'essi tipici di un'evidente attività televisiva di varietà: ai dettagli tecnici fallaci e agli errori si può soprassedere con cotanta arte.
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lunedì 21 dicembre 2009
Coraline e la porta magica
Titolo: Coraline e la porta magica
Streaming Megavideo: Parte1 - Parte 2
Anno: 2009
Regia: Henry Selick
Soggetto: Coraline, racconto scritto da Neil Gaiman ed illustrato da Dave McKean, pubblicato in Italia dalla Mondadori nel 2002
Curiosa fiaba senza tempo e classico percorso da romanzo di formazione dai caratteri ben distinguibili e dalla prontezza tecnica. Una nota in favore del mondo a cartoni, una nota in favore della tecnica "Stop Motion" (consiste nel "fotografare" scena per scena ogni fotogramma del film...tipico di Wallace e Groomit ad esempio), qualche perplessità sulla proiezione in 3d: sicuramente da un tocco di stile e aumenta la percezione di vivere la storia da parte dello spettatore, tuttavia rimane ancora una spettacolarizzazione un po posticcia che a volte infastidisce l' occhio.
Una breve considerazione sul mondo dell'animazione: i cartoni hanno una dinamicità intrinseca che ne il cinema ne la vita reale non avranno mai. Il mutare degli oggetti, l'evolversi delle cose "a tempo di musica", lo stesso "Micky Mousing"(scrivere una colonna sonora DOPO le riprese del film, che si adatta ad ogni sequenza), rende il Cartoon un mezzo assai interessante ad ogni età e per ogni storia. Lo dimostrano film d'animazione come "Gli Incredibili"(un vero capolavoro della tecnica), ormai classici come "Alla ricerca di Nemo", "L'era glaciale" ecc. ecc.
L'evolversi delle cose sulla pellicola partecipa del processo storico che ha portato alla stesura di quadri come quelli di Dalì, per intenderci, dove il tempo "vorrebbe" scorrere sulla tela.
Il film è onesto ed amabile. Emozionante e commovente storia di un'adolescente che, come tutti gli adolescenti, si sente sola ed incompresa, specie dai genitori. La sua curiosità la porterà in un mondo incantato dove le cose sono come desidererebbe: vicinato simpatico, genitori buoni e affabili, cene vere e gustose. Il mondo al di là della porta crea delle aspettative notevoli anche nello spettatore, soddisfatte con sequenze memorabili: il circo dei topi, il giardino fiorente, il varietà delle vecchie zitelle. Questo mondo, in cui tutti hanno bottoni al posto degli occhi, è paragonabile ai lucumoni che la Strega Bianca offre a Edmund nelle cronache di narnia: golosa e pericolosa tentazione.
Somma chiave di lettura di questa pellicola è la fantasia: fantasia che crea un divario tra i genitori, troppo impegnati in un lavoro noioso, e il mondo della nostra Coraline. Fantasia che lascia posto alla realtà dopo qualche visita nel mondo parallelo, ma rimarrà una traccia costante anche dopo la "vittoria" della nostra eroina. Il gatto: animale magico e fido consigliere, sarà un compagno importante per la nostra ragazzina tutto pepe.
Il film è bello, avventuroso, simpatico e leggero. Curato sotto ogni aspetto e apprezzabile per le raffinatezze narrative, legate anche al mondo animale.
Streaming Megavideo: Parte1 - Parte 2
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sabato 19 dicembre 2009
4400
Titolo : 4400
Joel Gretsch: Tom Baldwin
Jacqueline McKenzie: Diana Skouris
Mahershalalhashbaz Ali: Richard Tyler
Laura Allen: Lily Moore
Patrick Flueger: Shawn Farrell
Peter Coyote: Dennis Ryland
« 4400 persone sono state rapite. 4400 persone sono ritornate. Ognuno ha un'abilità unica. Uno di loro ha un messaggio: chiunque può diventare straordinario. I rischi sono grandi ma lo sono anche le ricompense e ora non si può più tornare indietro: il mondo dovrà venire a patti con noi. »
Anno: 2004/2007
Stagioni: 4
Puntate: 45 (42 min ca)
Soggetto:René Echevarria, Scott Peters
Con:
Jacqueline McKenzie: Diana Skouris
Mahershalalhashbaz Ali: Richard Tyler
Laura Allen: Lily Moore
Patrick Flueger: Shawn Farrell
Peter Coyote: Dennis Ryland
« 4400 persone sono state rapite. 4400 persone sono ritornate. Ognuno ha un'abilità unica. Uno di loro ha un messaggio: chiunque può diventare straordinario. I rischi sono grandi ma lo sono anche le ricompense e ora non si può più tornare indietro: il mondo dovrà venire a patti con noi. »
Penso che questa Science Fiction sia molto importante. Nonostante non sia divenuta una serie di "Culto", come Xfiles o Heroes ritengo abbia segnato ed insegnato il futuro di una certa SciFi, quella appunto da cui è nato Heroes qualche anno più tardi.
Rispetto alle due serie SCI-FI più recenti di cui ho parlato qui (Heroes, Eureka ) 4400 manca sia dell'appeal epico/visionario di Heroes, sia della simpatia e quotidianità con cui viene visto il mondo in Eureka. Il paragone risulta molto più evidente con Heroes, serie che a mio dire è andata oltre alla semplice ispirazione nei confronti di 4400: molte caratteristiche "tecniche" e delle considerazione ed implicazioni legate ai poteri rimangono quasi immutate.
Con calma.
"I 4400" parla dei poteri sviluppati misteriosamente e misticamente dai "4400 ritornati": persone scomparse negli ultimi 50 anni e ricomparse magicamente a Seattle dentro ad una sfera di luce misteriosa che si dissolverà. La studio dei poteri, lo sfruttamento da parte dei militari, le implicazioni morali della bioscienza avanzata, il doppiogiochismo di una burocrazya che la fa sempre franca: elementi che rappresentano un filo conduttore tra il poliziesco/misterioso di Mulder e Skully e l'apocalittico tamarro visionario di Peter Petrelli Mohinder Shuresh ecc. ecc.
Il paragone con "The X-Files" mi è saltato all'occhio con la composizione della squadra operativa della NTAC National Threat Assessment Command), una divisione della Sicurezza Nazionale] : un eroe postmoderno lacerato dal dubbio e con una vita personale sull'orlo del baratro e una dottoressa sola e mascolina, impegnata nel lavoro e lontana dall'affetto.
Anche la corporatura e la fisionomia di Tom Baldwin mi ricordano quella di Fox Mulder; quindi probabilmente ho toppato in pieno!
Rimane il fatto che questa serie non è da sottovalutare, anzi va apprezzata a pieno per la freschezza delle idee e dei contenuti (trattati con più "ingenuità rispetto a Heroes"): a vederlo e rivederlo ora, con qualche anno e importanti capitoli di Sci-Fi alle spalle stupisce per l'originalità e la "cura" messa nelle immagini, nelle scelte delle personalità (legare un certo tipo di poteri a un certo tipo di persone) e nella trama.
Chiaritrice ed Ispiratrice!
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Stagione 1:
1 - 4400: prima parte
2 - 4400: seconda parte
3 - Il nuovo e migliore Carl Morrisey
4 - Divenire
5 - La prova del fuoco
6 - La luce bianca
Stagione 2:
1 - Chiamata di risveglio: prima parte
2 - Chiamata di risveglio: seconda parte
3 - Voci diffuse
4 - Il peso del mondo
5 - Sopportare i bambini
6 - Quale destino vi aspetta
7 - Vita interrotta
8 - Il corriere
9 - La rinascita
10 - Misterioso
11 - Lockdown
12 - La quinta pagina
13 - I capi di Mommy
2 - Chiamata di risveglio: seconda parte
3 - Voci diffuse
4 - Il peso del mondo
5 - Sopportare i bambini
6 - Quale destino vi aspetta
7 - Vita interrotta
8 - Il corriere
9 - La rinascita
10 - Misterioso
11 - Lockdown
12 - La quinta pagina
13 - I capi di Mommy
Stagione 3:
1 -Il nuovo mondo
2 - Il nuovo mondo
3 - Scambio di identità
4 - La sorella di Maya - Prima parte
5 - La sorella di Maya - Seconda parte
6 - Attacco a Shawn
7 - Lo scambio
8 - Stato di allucinazione
9 - Sogni premonitori
10 - Visioni dal futuro
11 - Il predicatore
12 - Tra il bene e il male
13 - Il piano di Jordan
2 - Il nuovo mondo
3 - Scambio di identità
4 - La sorella di Maya - Prima parte
5 - La sorella di Maya - Seconda parte
6 - Attacco a Shawn
7 - Lo scambio
8 - Stato di allucinazione
9 - Sogni premonitori
10 - Visioni dal futuro
11 - Il predicatore
12 - Tra il bene e il male
13 - Il piano di Jordan
Stagione 4:
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giovedì 17 dicembre 2009
Il Grande Lebowski
Titolo: Il Grande Lebowski
Anno: 1998
Regia: Joel Coen
Soggetto: Joel Coen, Ethan Coen
Con:
Jeff Bridges: Jeffrey "Drugo" Lebowski
John Goodman: Walter Sobchak
Steve Buscemi: Donny
David Huddleston: Jeffrey Lebowski
Julianne Moore: Maude Lebowski
John Turturro: Jesus Quintana
Philip Seymour Hoffman: Brandt
Ben Gazzara: Jackie Treehorn
Tara Reid: Bunny Lebowski
Sam Elliott: Lo straniero narratore
Philip Moon: Woo
Peter Stormare: Nichilista n. 1
Flea: Nichilista n. 2
Torsten Voges: Nichilista n. 3
Jimmie Dale Gilmore: Smokey
Jack Kehler: Marty
Jon Polito: Da Fino
Asia Carrera: Pornostar
Come molti film dei fratelli Coen, "The big Lebowski" è un capolavoro senza capo ne coda; un pastiche semiserio e impegnato che si rivela pieno di comicità cinica e irriverente.
Streaming
Anno: 1998
Regia: Joel Coen
Soggetto: Joel Coen, Ethan Coen
Con:
Jeff Bridges: Jeffrey "Drugo" Lebowski
John Goodman: Walter Sobchak
Steve Buscemi: Donny
David Huddleston: Jeffrey Lebowski
Julianne Moore: Maude Lebowski
John Turturro: Jesus Quintana
Philip Seymour Hoffman: Brandt
Ben Gazzara: Jackie Treehorn
Tara Reid: Bunny Lebowski
Sam Elliott: Lo straniero narratore
Philip Moon: Woo
Peter Stormare: Nichilista n. 1
Flea: Nichilista n. 2
Torsten Voges: Nichilista n. 3
Jimmie Dale Gilmore: Smokey
Jack Kehler: Marty
Jon Polito: Da Fino
Asia Carrera: Pornostar
Come molti film dei fratelli Coen, "The big Lebowski" è un capolavoro senza capo ne coda; un pastiche semiserio e impegnato che si rivela pieno di comicità cinica e irriverente.
Fulcro della vicenda sono i casi della vita, che portano Drugo (Dude), un tranquillo cazzone sulla trentina, appassionato di Bowling e di metodi per evitare il lavoro, a finire per fare la spia, il ricattatore, "il padre" in pectore(o meglio, in utere) e a vivere momenti a dir poco oltre alla sua natura di pacifista drogatello.
Tutto inizia con una pisciata sul tappeto del nostro malcapitato Drugo, che viene scambiato per l'omonimo magnate milionario Jeffrey Lebowski. Non ci sta all'ingiustizia il nostro Drugo, e chiederà al "grande Lebowski" un tappeto nuovo. Geniale il dialogo tra i due, dove il ricco imprenditore insulta il nostro sgangherato protagonista. Vi assicuro che alla fine del dialogo non saprete più a cosa si riferisce il titolo!
Questo film è divertente, appassionante, a tratti grottesco e mai pesante. Sequenze ricercate e cura del particolare: regia e fotografia da urlo, con intermezzi a dir poco da capolavoro. La pellicola è intrisa di musica fine e tagliente, che lascia il segno perchè usata con la sapienza che contraddistingue i Coen anche in questo campo.
Favolosa la scena del sogno di Drugo (sogno indotto da un White Russian artefatto dal re del porno Jackie Treehorn) che ricorda sequenze alla Terry Gillian e cita dissacrando 2001 Odissea nello spazio.
Magistrale l'interpretazione di Jaff Bridges: convincente e sicuro come sempre. Lascia il segno con il suo aspetto messianico e i suoi modi da Hippie post moderno cazzone e solitario.
Da segnalare anche la splendida recitazione di Steve Buscemi che interpreta Donny: un ragazzo pacifico e curioso, senza gloria e senza macchia incompreso dagli amici e dalla vita. Contrapposto al corpulento e grottesco semiebreo reduce del vietnam e zerbino Walter Sobchak.
Da vedere e rivedere, soli e in compagnia.
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martedì 15 dicembre 2009
LOST
Titolo: Lost
Anno: 2004/?
Serie: 5 (98 puntate/In produzione)
Durata: 42 min.
Ideatori:J.J. Abrams, Damon Lindelof,Jeffrey
Lieber
Con:
Matthew Fox: Jack Shephard
Evangeline Lilly: Kate Austen
Josh Holloway: James "Sawyer" Ford
Naveen Andrews: Sayid Jarrah
Jorge Garcia: Hugo "Hurley" Reyes
Terry O'Quinn: John Locke
Daniel Dae Kim: Jin-Soo Kwon
Yunjin Kim: Sun-Hwa Kwon
Emilie de Ravin: Claire Littleton
Dominic Monaghan: Charlie Pace
Harold Perrineau Jr.: Michael Dawson
Malcolm David Kelley: Walt Lloyd
Maggie Grace: Shannon Rutherford
Ian Somerhalder: Boone Carlyle
Mira Furlan: Danielle Rousseau
Elizabeth Mitchell: Juliet Burke
Michael Emerson: Benjamin Linus
Henry Ian Cusick: Desmond Hume
Michelle Rodriguez: Ana Lucia Cortez
Adewale Akinnuoye-Agbaje: Mr. Eko
Cynthia Watros: Libby Smith
Rodrigo Santoro: Paulo
Kiele Sanchez: Nikki Fernandez
Nestor Carbonell: Richard Alpert
Jeremy Davies: Daniel Faraday
Ken Leung: Miles Straume
Rebecca Mader: Charlotte Lewis
Jeff Fahey: Frank Lapidus
Questa fiction è una delle più amate e discusse da quando è uscita. Personalmente non ne sono mai stato attratto, fino a quando non ho visto la prima puntata. Devo dire che le puttanate contenute nella serie sono innumerevoli, a partire dagli orsi polari, la Dharma ecc. ecc. tuttavia è strutturata talmente bene da affascinare e coinvolgere anche il più scettico tra gli spettatori. Il volo 815 della Oceanic si schianta su un'isola deserta, sopravvivono due gruppi di persone su diverse parti dell'isola.I due gruppi si incontreranno solo nella puntata 7 della stagione 2 (Gli altri 48 giorni), con conseguenze per altro "nefande". L'isola sembra completamente disabitata, ma fin dal principio da sensazioni inquietanti, la presenza di animali mostruosi e di orsi polari preoccupa e spaventa. Non si vedono aerei e non si riesce a stabilire alcuna comunicazione con il resto del mondo. La vanità della speranza nei soccorsi è confermata dal pilota (Greg Grunberg), trovato ferito nella cabina di comando. Morirà poco dopo attaccato da... non si sa cosa.
Questa serie è decisamente geniale, pienamente comprensibile e a tratti ipercriptica.Contiene in se elementi complessi e assolutamente non ordinari; la profondità di questa serie è data dalle vicende personali dei nostri dispersi: spesso per capire uno o più dei protagonisti siamo proiettati nel passato con un flashback monografico sulla precedente vita del suddetto. Un altro elemento di fondamentale importanza è il continuum spazio/temporale: come gli sceneggiatori giochino con lo scorrimento del tempo, ricorda più Einstein che la narrazione ordinaria di una storia. Eppure questo elemento (continui flashback e flashforward)
arricchiscono e impreziosiscono la serie incuriosendo e a tratti spaesando lo spettatore. Altro punto importante sono i nomi dei personaggi; molti ricordano nomi di personaggi famosi o che richiamano concetti decisamente chiari.
Vediamo alcuni esempi:
Tra i sopravvissuti del volo Oceanic 815:Kate Austen → Jane Austen (scrittrice).
Anno: 2004/?
Serie: 5 (98 puntate/In produzione)
Durata: 42 min.
Ideatori:J.J. Abrams, Damon Lindelof,Jeffrey
Lieber
Con:
Matthew Fox: Jack Shephard
Evangeline Lilly: Kate Austen
Josh Holloway: James "Sawyer" Ford
Naveen Andrews: Sayid Jarrah
Jorge Garcia: Hugo "Hurley" Reyes
Terry O'Quinn: John Locke
Daniel Dae Kim: Jin-Soo Kwon
Yunjin Kim: Sun-Hwa Kwon
Emilie de Ravin: Claire Littleton
Dominic Monaghan: Charlie Pace
Harold Perrineau Jr.: Michael Dawson
Malcolm David Kelley: Walt Lloyd
Maggie Grace: Shannon Rutherford
Ian Somerhalder: Boone Carlyle
Mira Furlan: Danielle Rousseau
Elizabeth Mitchell: Juliet Burke
Michael Emerson: Benjamin Linus
Henry Ian Cusick: Desmond Hume
Michelle Rodriguez: Ana Lucia Cortez
Adewale Akinnuoye-Agbaje: Mr. Eko
Cynthia Watros: Libby Smith
Rodrigo Santoro: Paulo
Kiele Sanchez: Nikki Fernandez
Nestor Carbonell: Richard Alpert
Jeremy Davies: Daniel Faraday
Ken Leung: Miles Straume
Rebecca Mader: Charlotte Lewis
Jeff Fahey: Frank Lapidus
Questa fiction è una delle più amate e discusse da quando è uscita. Personalmente non ne sono mai stato attratto, fino a quando non ho visto la prima puntata. Devo dire che le puttanate contenute nella serie sono innumerevoli, a partire dagli orsi polari, la Dharma ecc. ecc. tuttavia è strutturata talmente bene da affascinare e coinvolgere anche il più scettico tra gli spettatori. Il volo 815 della Oceanic si schianta su un'isola deserta, sopravvivono due gruppi di persone su diverse parti dell'isola.I due gruppi si incontreranno solo nella puntata 7 della stagione 2 (Gli altri 48 giorni), con conseguenze per altro "nefande". L'isola sembra completamente disabitata, ma fin dal principio da sensazioni inquietanti, la presenza di animali mostruosi e di orsi polari preoccupa e spaventa. Non si vedono aerei e non si riesce a stabilire alcuna comunicazione con il resto del mondo. La vanità della speranza nei soccorsi è confermata dal pilota (Greg Grunberg), trovato ferito nella cabina di comando. Morirà poco dopo attaccato da... non si sa cosa.
Questa serie è decisamente geniale, pienamente comprensibile e a tratti ipercriptica.Contiene in se elementi complessi e assolutamente non ordinari; la profondità di questa serie è data dalle vicende personali dei nostri dispersi: spesso per capire uno o più dei protagonisti siamo proiettati nel passato con un flashback monografico sulla precedente vita del suddetto. Un altro elemento di fondamentale importanza è il continuum spazio/temporale: come gli sceneggiatori giochino con lo scorrimento del tempo, ricorda più Einstein che la narrazione ordinaria di una storia. Eppure questo elemento (continui flashback e flashforward)
arricchiscono e impreziosiscono la serie incuriosendo e a tratti spaesando lo spettatore. Altro punto importante sono i nomi dei personaggi; molti ricordano nomi di personaggi famosi o che richiamano concetti decisamente chiari.
Vediamo alcuni esempi:
Tra i sopravvissuti del volo Oceanic 815:Kate Austen → Jane Austen (scrittrice).
James Ford usa come pseudonimo quello di Sawyer, che è anche il nome del protagonista del romanzo di Mark Twain, Le avventure di Tom Sawyer.
John Locke → John Locke (filosofo).
Jeremy Bentham (pseudonimo di Locke) → Jeremy Bentham (filosofo e giurista).
Shannon Rutherford → Ernest Rutherford (chimico e fisico).
Boone Carlyle → Thomas Carlyle (storico e filosofo).
Mr. Eko → Meister Eckhart (teologo, mistico e filosofo).
Tra gli Altri:
Benjamin Linus → "Benjamin" è il corrispondente inglese per Beniamino, nella bibbia figlio prediletto di Giacobbe (Jacob).
Juliet Burke → Edmund Burke (politologo e filosofo).
Goodwin → William Godwin (filosofo).
Mikhail Bakunin → Michail Aleksandrovič Bakunin (rivoluzionario e filosofo).
Il personaggio di Ethan, una volta infiltratosi tra i nostri come gli è stato ordinato, dichiara ad Hurley di chiamarsi Ethan Rom che è l'anagramma di Other man ("altro uomo").
Richard Alpert → Richard Alpert (filosofo).
George Minkowski → Hermann Minkowski (matematico).
Charlotte Staples Lewis → Clive Staples Lewis (scrittore e filologo).
Kahana è inoltre il nome di una località delle Hawaii a circa 40 km da Honolulu sull'isola di Oahu sede delle riprese.
Desmond David Hume → David Hume (filosofo).
Jacob, il personaggio misterioso dell'isola richiama la figura del patriarca Giacobbe.
Anthony Cooper, padre di John Locke → Anthony Cooper (filosofo).
Edmund Burke, ex-marito di Juliet Burke → Edmund Burke (politico e filosofo).
Eloise Hawking → Stephen Hawking (fisico).
Streaming
Prima Stagione
SecondaStagione
Terza Stagione
Quarta Stagione
Quinta Stagione
Jeremy Bentham (pseudonimo di Locke) → Jeremy Bentham (filosofo e giurista).
Shannon Rutherford → Ernest Rutherford (chimico e fisico).
Boone Carlyle → Thomas Carlyle (storico e filosofo).
Mr. Eko → Meister Eckhart (teologo, mistico e filosofo).
Tra gli Altri:
Benjamin Linus → "Benjamin" è il corrispondente inglese per Beniamino, nella bibbia figlio prediletto di Giacobbe (Jacob).
Juliet Burke → Edmund Burke (politologo e filosofo).
Goodwin → William Godwin (filosofo).
Mikhail Bakunin → Michail Aleksandrovič Bakunin (rivoluzionario e filosofo).
Il personaggio di Ethan, una volta infiltratosi tra i nostri come gli è stato ordinato, dichiara ad Hurley di chiamarsi Ethan Rom che è l'anagramma di Other man ("altro uomo").
Richard Alpert → Richard Alpert (filosofo).
Tra l'equipaggio del Kahana:
Daniel Faraday → Michael Faraday (chimico e fisico).George Minkowski → Hermann Minkowski (matematico).
Charlotte Staples Lewis → Clive Staples Lewis (scrittore e filologo).
Kahana è inoltre il nome di una località delle Hawaii a circa 40 km da Honolulu sull'isola di Oahu sede delle riprese.
Altri personaggi:
Danielle Rousseau → Jean-Jacques Rousseau (scrittore e filosofo).Desmond David Hume → David Hume (filosofo).
Jacob, il personaggio misterioso dell'isola richiama la figura del patriarca Giacobbe.
Anthony Cooper, padre di John Locke → Anthony Cooper (filosofo).
Edmund Burke, ex-marito di Juliet Burke → Edmund Burke (politico e filosofo).
Eloise Hawking → Stephen Hawking (fisico).
Streaming
Prima Stagione
SecondaStagione
Terza Stagione
Quarta Stagione
Quinta Stagione
mercoledì 9 dicembre 2009
Religulous
Titolo: Religulous vedere per credere
Anno: 2008
Regista :Lerry Charles
Con:
Bill Maher: se stesso
Steve Burg: se stesso
Kirk Cameron: se stesso
George Coyne: se stesso
Jose Luis De Jesus Miranda: se stesso
Reginald Foster: se stesso
Ken Ham: se stesso
George W. Bush: se stesso
John McCain: se stesso
John Travolta: se stesso
Yisroel Dovid Weiss: se stesso
Andrew Newberg: se stesso
Mark Pryor: se stesso
Documentario irriverente e acuto sulla religione, le credenze popolari, la metafisica spiccia e i "grandi inganni".
E' sempre difficile scherzare su certe cose, specie quelle per cui alcune persone sono pronte a morire. Bill Maher riesce magistralmente a mettere in ridicolo credenze e opinioni della gente facendo riflettere sul fine ultimo di un certo tipo di religione. Sul pericoloso impatto sociopolitico che alcune ideologie di stampo religioso hanno.
Il risultato è una splendida carrellata di culti più o meno diffusi, che in comune hanno molto più di quello che ci vorrebbero far credere. Tutti sono una (piccola o grande) deformazione della realtà a piacimento; interpretazioni di comodo di libri ritenuti sacri per motivi oggettivamente non troppo validi. I fedeli più osservanti inoltre sono quelli che meno riflettono: le assurdità espresse da molti personaggi intervistati nel film sono ben visibili agli occhi di chiunque.
Nonostante l'intento principale del film sia suscitare ilariatà (o almeno così mi è parso), molti messaggi veicolati non sono da prendere sotto gamba. Specie in Italia, dove molti si levano in difesa della religione e contro un film che pretendono di criticare senza aver visto.
Curiosa la folkloristica rievocazione nel parco "non divertimenti" della Florida, in cui ogni giorno vengono messe in scena la passione di cristo e altri momenti del vangelo. A puro uso dei paganti, che pure si commuovono. Acutissimo e ilare il momento in cui il senatore USA creazionista si da candidamente dello stupido: "non serve certo un test d'intelligenza per diventare senatori".
Controverso, cinico e irriverente. Ne ha per tutti, specie l'irrazionalità e la superficialità, prima ancora della fede. Consiglio la visione specie a chi ha un minimo senso dell'umorismo e non ha paura delle critiche !
Streaming Megavideo
Anno: 2008
Regista :Lerry Charles
Con:
Bill Maher: se stesso
Steve Burg: se stesso
Kirk Cameron: se stesso
George Coyne: se stesso
Jose Luis De Jesus Miranda: se stesso
Reginald Foster: se stesso
Ken Ham: se stesso
George W. Bush: se stesso
John McCain: se stesso
John Travolta: se stesso
Yisroel Dovid Weiss: se stesso
Andrew Newberg: se stesso
Mark Pryor: se stesso
Documentario irriverente e acuto sulla religione, le credenze popolari, la metafisica spiccia e i "grandi inganni".
E' sempre difficile scherzare su certe cose, specie quelle per cui alcune persone sono pronte a morire. Bill Maher riesce magistralmente a mettere in ridicolo credenze e opinioni della gente facendo riflettere sul fine ultimo di un certo tipo di religione. Sul pericoloso impatto sociopolitico che alcune ideologie di stampo religioso hanno.
Il risultato è una splendida carrellata di culti più o meno diffusi, che in comune hanno molto più di quello che ci vorrebbero far credere. Tutti sono una (piccola o grande) deformazione della realtà a piacimento; interpretazioni di comodo di libri ritenuti sacri per motivi oggettivamente non troppo validi. I fedeli più osservanti inoltre sono quelli che meno riflettono: le assurdità espresse da molti personaggi intervistati nel film sono ben visibili agli occhi di chiunque.
Nonostante l'intento principale del film sia suscitare ilariatà (o almeno così mi è parso), molti messaggi veicolati non sono da prendere sotto gamba. Specie in Italia, dove molti si levano in difesa della religione e contro un film che pretendono di criticare senza aver visto.
Curiosa la folkloristica rievocazione nel parco "non divertimenti" della Florida, in cui ogni giorno vengono messe in scena la passione di cristo e altri momenti del vangelo. A puro uso dei paganti, che pure si commuovono. Acutissimo e ilare il momento in cui il senatore USA creazionista si da candidamente dello stupido: "non serve certo un test d'intelligenza per diventare senatori".
Controverso, cinico e irriverente. Ne ha per tutti, specie l'irrazionalità e la superficialità, prima ancora della fede. Consiglio la visione specie a chi ha un minimo senso dell'umorismo e non ha paura delle critiche !
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martedì 8 dicembre 2009
A Serious Man
Titolo: A serious Man
Regia: Joel Coen, Ethan Coen
Anno: 2009
Avete mai sentito la storia di quell’uomo che viveva nella terra di Uz, retto e timorato di Dio? Si chiamava Giobbe. Nella nuova versione cinematografica, A serious man, qualche dettaglio è cambiato. Si chiama Larry Gopnick e vive in Minnesota.
Tragicomico, grottesco, metafisico e serissimo. I fratelli Coen non hanno perso la voglia di stupire.Questa volta lo fanno con la storia di un professore di Fisica in piena crisi: gli avvenimenti che lo circondano lo lasciano a bocca aperta ed incapace di reagire.
Il nostro protagonista cerca di comportarsi il più rettamente possibile e il più seriamente possibile; nonostante questo ha problemi con una moglie a dir poco truffaldina, i figli stralunati e "cazzoni" e un fratello asociale e problematico. Cosa molto importante, il tutto è ambientato in un'ampia comunità ebraica negli USA (Minnesota) dei primi anni '70.
Questo implica un certo tipo di chiusura mentale nei confronti dei "non ebrei", un ferreo rispetto per le tradizioni e anche un pizzico di leggendaria propensione per la superstizione, legato a kabala, segni e numeri. Se molti di questi aspetti vengono ridicolizzati (la storia del non ebreo con i denti incisi, il "prologo" sui demoni ecc. ecc.), il caso, il fato, la volontà di Hashem hanno un peso notevole. Le due lezioni a cui siamo "invitati a partecipare" sono su principi di indeterminazione alla base della fisica quantistica:
Regia: Joel Coen, Ethan Coen
Anno: 2009
Avete mai sentito la storia di quell’uomo che viveva nella terra di Uz, retto e timorato di Dio? Si chiamava Giobbe. Nella nuova versione cinematografica, A serious man, qualche dettaglio è cambiato. Si chiama Larry Gopnick e vive in Minnesota.
Tragicomico, grottesco, metafisico e serissimo. I fratelli Coen non hanno perso la voglia di stupire.Questa volta lo fanno con la storia di un professore di Fisica in piena crisi: gli avvenimenti che lo circondano lo lasciano a bocca aperta ed incapace di reagire.
Il nostro protagonista cerca di comportarsi il più rettamente possibile e il più seriamente possibile; nonostante questo ha problemi con una moglie a dir poco truffaldina, i figli stralunati e "cazzoni" e un fratello asociale e problematico. Cosa molto importante, il tutto è ambientato in un'ampia comunità ebraica negli USA (Minnesota) dei primi anni '70.
Questo implica un certo tipo di chiusura mentale nei confronti dei "non ebrei", un ferreo rispetto per le tradizioni e anche un pizzico di leggendaria propensione per la superstizione, legato a kabala, segni e numeri. Se molti di questi aspetti vengono ridicolizzati (la storia del non ebreo con i denti incisi, il "prologo" sui demoni ecc. ecc.), il caso, il fato, la volontà di Hashem hanno un peso notevole. Le due lezioni a cui siamo "invitati a partecipare" sono su principi di indeterminazione alla base della fisica quantistica:
il principio di indeterminazione di Eisenberg e il paradosso di Schrodinger. Troppo casuale? Troppo casuale la concomitanza degli incidenti/svolta del film? Troppo casuale la banalizzazione della fisica da parte studente coreano in carriera ("io capisco la fisica, io capisco gatto in scatola "); un altro a mettere in discussione la serietà del nostro Larry Gopnick?
Splendido l'accenno allo "scontro di cultura" tra il fisico ebreo e il magnate coreano; un brillante esempio di satira riflessiva.
Un plauso alla colonna sonora e un ammirazione incondizionata a questi registi che non mi hanno mai deluso. La pellicola rimane a tratti ermetica e di difficile interpretazione; criptica ma geniale. Necessita altra visione
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Splendido l'accenno allo "scontro di cultura" tra il fisico ebreo e il magnate coreano; un brillante esempio di satira riflessiva.
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sabato 5 dicembre 2009
L' Arte del Sogno
Titolo: L'arte del Sogno
Regista :Michel Gondry
Soggetto :Michel Gondry
Sceneggiatura : Michel Gondry
Anno: 2006
Gael García Bernal: Stéphane Miroux
Charlotte Gainsbourg: Stéphanie
Alain Chabat: Guy
Miou-Miou: Christine Miroux
Emma de Caunes: Zoé
Questo film mi ha sempre trasmesso situazioni contrastanti. Devo ammettere di averlo dovuto rivedere più di una volta per avvicinarmi a un significato intrinseco che probabilmente ancora mi sfugge.
Se la trama semplice ma affatto banale del film, ne costituisce l'ossatura, altri due elementi sono tanto importanti: il protagonista(specialmente in maniera legata alla sua storia, alla storia stessa, e alla trama) e la fotografia.
La fotografia a tratti allucinata e tipica di questo regista visionario, si eleva spesso a poesia. I fotogrammi sono pura poesia; poesia di cellophane, di feltro e legno con vistose cuciture e di sostanza dei sogni. I piccoli oggetti che circondano il mondo di Stèphane rappresentano con una delicatezza inumana quel mondo che spesso lasciamo nelle mani dei bambini, o dei sognatori. Con una dolcezza disarmante un ragazzo con problemi gravissimi di ogni sorta, si approccia al mondo tramite questi curiosi oggettini.
La pellicola è superlativa; una storia che prende allo stomaco e rende lo spettatore parte di quel mondo di pupazzi e cartapesta, fino a condividere le sofferenze del protagonista, a perdonarlo e a compatirlo.
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Regista :Michel Gondry
Soggetto :Michel Gondry
Sceneggiatura : Michel Gondry
Anno: 2006
Gael García Bernal: Stéphane Miroux
Charlotte Gainsbourg: Stéphanie
Alain Chabat: Guy
Miou-Miou: Christine Miroux
Emma de Caunes: Zoé
Questo film mi ha sempre trasmesso situazioni contrastanti. Devo ammettere di averlo dovuto rivedere più di una volta per avvicinarmi a un significato intrinseco che probabilmente ancora mi sfugge.
Se la trama semplice ma affatto banale del film, ne costituisce l'ossatura, altri due elementi sono tanto importanti: il protagonista(specialmente in maniera legata alla sua storia, alla storia stessa, e alla trama) e la fotografia.
La fotografia a tratti allucinata e tipica di questo regista visionario, si eleva spesso a poesia. I fotogrammi sono pura poesia; poesia di cellophane, di feltro e legno con vistose cuciture e di sostanza dei sogni. I piccoli oggetti che circondano il mondo di Stèphane rappresentano con una delicatezza inumana quel mondo che spesso lasciamo nelle mani dei bambini, o dei sognatori. Con una dolcezza disarmante un ragazzo con problemi gravissimi di ogni sorta, si approccia al mondo tramite questi curiosi oggettini.
La pellicola è superlativa; una storia che prende allo stomaco e rende lo spettatore parte di quel mondo di pupazzi e cartapesta, fino a condividere le sofferenze del protagonista, a perdonarlo e a compatirlo.
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giovedì 3 dicembre 2009
Dr. House Medical Division
Titolo : Dr. House Medical Division
Anno : 2004/?
Stagioni: 5(110 episodi)
Durata : 43 min.
Creatori : David Shore
Personaggi ed Interpreti:
Peter Jacobson: Chris Taub (stagioni 4+)
Kal Penn: Lawrence Kutner (stagioni 4 e 5)
Olivia Wilde: Remy "Tredici" Hadley (stagioni 4+)
Anne Dudek: Amber Volakis (stagione 4 e 5)
Serie Cult. Di fronte a un "medical drama" tanto conclamato e discusso, nonchè apprezzato, non si sa proprio cosa dire. Personalmente ritengo di essere un profondo conoscitore del Dottore più cinico della tv, avendo guardato e riguardato intere serie. Il fascino di "Dr. House" non sta solo nella stranezza dei casi, nella stranezza di House e dei suoi rapporti con il mondo esterno. Penso che risieda nella capacità di definire casistiche psicologiche tra le più svariate in maniera tangibile e concreta, di fronte a casi statisticamente impossibili e fenomeni incredibili. Così abbiamo un profondo rapporto tra i pazienti e la malattia, dove il semplice dolore sembra quasi scontato in ultima analisi, e sentimenti molto più profondi, emozioni, reazioni e "logiche da clinica" sono un punto di forza della serie. Altro successo notevole sta nel peso delle scelte, nella considerazione della statistica, nella riflessione su ogni dettaglio, anche su quelli che sembrano essere meno rilevanti. Il tutto in paragone tra la vita di tutti i giorni e il decorrere della malattie. Questo stesso paragone viene spesso utilizzato per risolvere i casi più difficili con un "Deus Ex Machina": House nota un particolare (un oggetto, una frase, un vezzo...) e di lì ha l'intuizione geniale che lo rende capace di completare il "puzzle" della diagnosi. La serie è moderna sotto moltissimi punti di vista: lo sguardo disincantato di House sulla realtà, il suo cinismo ai limiti della crudeltà, la sua spasmodica curiosità e il suo rapporto con dio sono sintomo di un'insoddisfazione culturale diffusa.
Sintomo di un'intolleranza verso il luogo comune, di cui House è nemico: odia il rapportarsi superficialmente a qualsiasi cosa, anzichè odiare la cosa stessa.
Svariate puntate sono state dedicate all' "uomo" Gregory House, al suo rapporto con la malattia e alla sua dipendenzada oppiacei; dopo tutto questo non saprei definire House, e probailmente lo scopo dei creatori della fiction è proprio questo.
Rendere House misterioso e incomprensibile almeno tanto quanto sembra.
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Prima Stagione
Seconda Stagione
Terza Stagione
Quarta Stagione
Quinta Stagione
Sesta Stagione[Sub ita]
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